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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 1A

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

Il sole al tramonto tingeva le estreme distese della pianura.

Il suo colore più vicino al rosso sangue che al vermiglio.


Il vento ringhiava come una bestia attraverso il cielo sterile.

Sulla stretta strada, che tagliava un mare d'erba alto abbastanza da arrivare alle caviglie, un cavallo solitario e il suo cavaliere interruppero la loro avanzata di botto, come se fossero fermati da una raffica di vento che soffiava dritto nella loro direzione.


A circa venti metri la strada si alzava leggermente.

Una volta superata la salita, avrebbero potuto scorgere le file di case e gli orti che componevano Ransylva. Un villaggio come tanti altri in questo settore di Frontiera.


Ai piedi di quella dolce collina c'era una ragazza.


Il cavallo probabilmente era stato spaventato dalla sua apparizione e si era fermato. Si trattava di una bellissima giovane donna, con grandi occhi luminosi.


Leggermente abbronzata, aveva i capelli neri raccolti. Emanava un'aura indomabile, propria di tutte le creature selvagge.

Qualsiasi uomo che avesse posato gli occhi su di lei, avrebbe sicuramente prestato attenzione alle curve del suo corpo.


Tuttavia, al di sotto della sfilacciata sciarpa blu che le avvolgeva il collo, era coperta da un mantello impermeabile grigio cenere.


Si scorgevano solo i sandali di pelle e ciò che sembrava essere una frusta nera, avvolta nella sua mano destra.

Non indossava collane, o altri accessori che le avrebbero conferito un tocco femminile.


Un cavallo cyborg antiquato stava accanto alla ragazza.

Fino a pochi minuti prima, la ragazza era stata sdraiata ai suoi piedi.


Che fosse una donna selvaggia o meno, aveva notato un cavallo e il suo cavaliere che si avvicinavano silenziosamente, in mezzo a un vento ululante che avrebbe fatto coprire le orecchie a chiunque altro.


Il fatto che fosse rimasta ferma nel suo posto significava che, probabilmente, la ragazza non era la moglie di un contadino o la figlia di un pioniere.


Dopo una breve pausa, il cavallo riprese ad avanzare. Forse, rendendosi conto che la ragazza non si sarebbe spostata, si fermò nuovamente a meno di un metro da lei.


Per un po' non si sentì altro che il suono del vento ululante.


Infine, la ragazza aprì la bocca per parlare.

"Suppongo che tu sia un vagabondo. Sei un Cacciatore?"

Il suo tono era sfidante e pieno di audacia, eppure anche un po' stanco.


Il cavaliere sedeva sul suo cavallo, ma non rispose.


La ragazza non poteva vedere bene il suo volto, perché aveva un ampio cappello da viaggiatore abbassato sugli occhi ed era coperto dal naso in giù da una sciarpa.


Giudicando dal suo possente corpo e dalla cintura da combattimento, parzialmente visibile sotto il suo lungo cappotto nero sbiadito, si poteva dire con sicurezza che non era un bracciante o un mercante che girava tra i villaggi sparsi.


Un pendente blu, che spuntava da sotto la sciarpa, rifletteva l'espressione pensierosa della ragazza.


I grandi occhi della giovane erano fissi sulla spada lunga legata alla schiena del viaggiatore. La lama disegnava un'elegante curva, molto diversa dalle lame dritte amate da molti altri Cacciatori, e portava i segni di tempo e spazio che il suo proprietario aveva percorso.


Sconcertata, forse, dalla mancanza di risposta, la ragazza gridò: "Quella spada è solo per fare bella figura? Se è così, te la tolgo per venderla al prossimo mercato. Posala!"


Come per dire che, se ciò non avesse ottenuto una risposta da lui, allora sarebbe stato finito il tempo per parlare, la ragazza fece un passo indietro con la gamba destra e si accucciò pronta all'azione. La mano con la frusta si alzò lentamente al suo fianco.


Il cavaliere rispose per la prima volta.

"Cosa vuoi?"


L'espressione della ragazza fu di stupore.

Anche se la voce del suo avversario era bassa e appena udibile sopra il ringhiare del vento, sembrava la voce di un giovane di diciassette o diciotto anni.


"Che cavolo… sei solo un ragazzino! Beh, non ti mostrerò pietà comunque. Mostrami cosa sai fare."


"Quindi, sei una bandita? Sei incredibilmente sincera per esserlo."


"Idiota! Se cercassi soldi, pensi che andrei dietro a un misero vagabondo come te? Voglio vedere quanto vali!"


Il vento sibilò con un suono acuto.


La ragazza scosse la sua frusta.

Non sembrava che stesse facendo altro che giocarci leggermente col polso, ma la frusta si contorse più e più volte come un serpente nero, inquietante alla luce del sole al tramonto.


"Eccomi qua! Se vuoi farti una bella cenetta nel villaggio di Ransylva, dovrai passare su di me."


Il giovane rimase immobile sulla sua cavalcatura.

Non si mosse, né verso la spada, né verso la cintura da combattimento.


Inoltre, quando la ragazza vide quanto fosse indifferente di fronte all'opportunità di combattere contro una giovane attraente, che lo fissava con sguardo omicida senza motivo, un'ombra di costernazione le attraversò il volto.


Con un sospiro, la ragazza colpì con la sua frusta.


L'arma era fatta di setole intrecciate di licantropo, conciate pazientemente per tre lunghi mesi con applicazioni di grasso animale.

Un colpo diretto era in grado di squarciare la carne.


"Che cosa…?"


La ragazza fece un balzo indietro, il suo volto cambiò espressione.


La sua frusta avrebbe dovuto colpire la spalla sinistra del giovane, ma per qualche motivo, proprio nell'istante in cui stava per colpirlo, la frusta cambiò direzione e si scagliò verso di lei.


Il giovane aveva invertito il vettore della frusta, senza subire il minimo danno, e aveva rigirato l'attacco contro la sua fonte.


Era capace di cogliere la velocità e l'angolazione di quel serpente nero, che colpiva così velocemente da sfuggire all'occhio nudo.

Avere i riflessi incredibili che sfidavano ogni descrizione.



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