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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 2G

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

Senza dire una parola, D fermò Doris dal dire qualunque cosa stesse per dire e si mise di fronte ai Lang come per proteggerli.

La sua mano destra strinta sulla lunga spada.


"Sono D e mi sono unito a queste persone."


Non guardava il sindaco, ma lo sceriffo mentre parlava.

Lo sceriffo fece un piccolo cenno.

Poteva capire a colpo d'occhio la vera natura del giovane di fronte a loro.


"Sono lo sceriffo Dalton. Questo qui è il sindaco Rohman e il dottor Ferringo. Questi qui dientro non contano molto".


Dopo quella ragionevole introduzione, aggiunse: "Sei un Cacciatore, giusto? Lo vedo dai tuoi occhi, e dal modo in cui ti poni.

Ho sentito parlare di un uomo di incredibile abilità, che viaggiava attraverso la Frontiera il cui nome sembra essere D. Dicono che la sua spada sia più veloce di un raggio laser o qualcosa del genere".


Quelle parole potevano essere prese come minacce o lodi, ma D rimase in silenzio.

Lo sceriffo continuò con voce dura.

"Comunque, dicono che quell'uomo sia un Cacciatore specializzato in vampiri; e che sia un dhampir lui stesso".


Ci furono sussurri.

I notabili del villaggio e gli scagnozzi si congelarono.

Così come Dan.


"Oh, Doris! Allora sei davvero stata..."

Il dottor Ferringo riuscì a malapena a proferire quelle parole angosciose.


"Sì, la ragazza è stata morsa da un vampiro. E sono stato assunto per distruggerlo."


"In ogni caso, il solo fatto che sia stata morsa da un vampiro è motivo sufficiente per non lasciarla in libertà. Andrai al lazzaretto" dichiarò il sindaco.

"Niente da fare," ribatté Doris piatta.

"Non vado da nessuna parte lasciando Dan e la fattoria incustoditi. Se proprio siete decisi a farlo, dovrete portarmi via con la forza."


"Come vuoi" gracchiò Greco.

Il modo di fare e il linguaggio della ragazza, di sfida fino all'ultimo, risvegliarono il suo rancore per essere stato respinto.

Fece un cenno con il mento ai suoi scagnozzi, i cui occhi bruciavano di fuoco oscuro.


I teppisti stavano per scendere di sella in sincro, ma i loro cavalli si imbizzarrirono.

Non c'era nulla che potessero fare.

Ognuno di loro emise il proprio grido di "Ahi" o "Uffa", e venne gettato a terra.

L'aria soleggiata si riempì di lamenti di dolore e nitriti di cavalli.


D rivolse di nuovo il suo sguardo allo sceriffo.

Non era chiaro se lo sceriffo avesse compreso che era bastato uno sguardo del Cacciatore per mettere in allarme i cavalli.

Un'indescrivibile tensione e paura occupava l'aria tra i due.


"Ho una proposta."

Alle parole di D, lo sceriffo annuì.


"Rimandate qualsiasi cosa riguardi la ragazza fino a quando non avrò finito il mio lavoro. Se ne usciamo bene, lasciate perdere. Altrimenti..."


"Puoi stare tranquillo che me la caverò da sola. Se verrò sconfitta mi pianterò personalmente un paletto nel cuore".

Doris annuì soddisfatta.


"Non lasciarti ingannare! Questo tizio è in combutta con la Nobiltà.

Non dovresti fare patti con lui - sono sicuro che è qui per trasformare ogni singola persona di Ransylva in un vampiro!"

Dopo essere stato gettato a terra per la seconda volta quel giorno, Greco, ancora a terra, urlava.


"Uccidiamo quella cagna. Anzi, ancora meglio, consegniamola al signore. In quel caso, non andrà a cercare altre donne."


Con un pffft! una colonna di fuoco larga dieci centimetri eruppe dal terreno, proprio di fronte al volto di Greco.

La terra ribollì a causa di un'esplosione e le fiamme balzarono verso il viso untuoso di Greco, bruciandogli il labbro superiore.


Greco indietreggiò, urlando con bestiale agonia.


"Di' qualcos'altro di cattivo su mia sorella e la tua testa sarà la prossima", minacciò Dan, allineando perfettamente il mirino del suo fucile laser con il volto di Greco.


Anche se era un'arme priva di rinculo, era impensabile che un bambino, più basso della lunghezza dell'arma, fosse abbastanza abile da colpire qualcosa.


Lontano dall'essere arrabbiato, lo sceriffo sorridente disse: "Hai fatto bene, ragazzo".


D si rivolse allo sceriffo in tono morbido.

"Come puoi vedere, abbiamo una feroce guardia del corpo tra le nostre fila. Potreste provare a farci fuori, ma molte persone si ferirebbero inutilmente.

Sarebbe meglio aspettare".


"Beh, ad alcuni di loro potrebbe far bene venir malmenati" disse lo sceriffo, lanciando uno sguardo ai teppisti che gemevano alle sue spalle.

"Cosa ne pensi, dottore?"


"Perché non me lo chiedi a me!" urlò il sindaco, con le vene gonfie.

"Pensi che possiamo fidarci di questo vagabondo? Dovremmo fare come dice mio figlio! Sceriffo, portatela qui, ora!"


"La valutazione delle vittime di vampiri spetta a me", disse il Dr. Ferringo con calma.

Estrasse un sigaro da una delle sue tasche interne e se lo mise in bocca.


Non era un sigaro economico come quelli fatti a mano dagli artisti locali, realizzati con l'ottanta per cento di scarto.

Era un sigaro di alta classe, avvolto in una confezione di cellophane con il marchio del Monopolio del Tabacco della Capitale.

Questi erano il tesoro del Dr. Ferringo.

Fece un piccolo cenno a Doris.


La sua frusta si mosse.

"Ahi!" Il sindaco emise un urlo isterico e si afferrò il naso.

Con un leggero movimento del polso di Doris, la frusta aveva preso il sigaro dalla bocca del dottore e lo aveva ficcato in una delle narici del sindaco.


Ignorando il sindaco, il cui intero volto era arrossato dall'ira, il dottore dichiarò ad alta voce: "Molto bene, trovo che l'infezione da vampirismo di Doris Lang sia ai primi stadi.

Le mie istruzioni sono di farla riposare a casa

Sceriffo Dalton e Sindaco Rohman, siete d'accordo?"


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