D cavalcò velocemente velocemente in direzione nord-ovest per due ore, finché giunse in un punto dove una massiccia cittadella polverosa si ergeva minacciosamente in cima a una collina.
Questo era il castello del signore locale, la dimora del Conte Magnus Lee.
Anche la luce del mezzogiorno aveva un colore differente in quel luogo, e un nauseante miasma sembrava provenire dai malati terrenti circostanti il castello.
L'erba era verde e gli alberi carichi di frutti succulenti, ma non si udiva alcun uccello.
Tuttavia, come ci si aspetterebbe a mezzogiorno in una giornata di sole, non c'erano segni di vita nel castello del vampiro.
Costruito per imitare i castelli del remoto medioevo, le mura erano punteggiate di innumerevoli feritoie.
Il dungeon e i cortili erano circondati da ampie scale di pietra collegate tra loro, ma non c'era traccia di sentinelle androidi da nessuna parte.
Il castello appariva, a tutti gli effetti, deserto.
D percepiva il male che insanguinava il castello e le centinaia di occhi e armi elettroniche in agguato, pronte per la prossima vittima.
Il satellite di sorveglianza in orbita geo-stazionaria sopra il castello, così come le innumerevoli telecamere di sicurezza camuffate da frutta o ragni, inviavano dettagliate immagini al computer centrale del castello, tanto precise da permettere all'osservatore di contare i pori della pelle dell'intruso.
I cannoni a fotoni nascosti nelle feritoie avevano i dispositivi di sicurezza disattivati e tenevano di mira svariati centinaia di punti su tutto il corpo dell'intruso.
Poiché i Nobili erano destinati a vivere solo di notte, la protezione elettronica durante il giorno era una necessità assoluta.
Nonostante la forza misteriosa che i vampiri possedevano di notte, alla luce del giorno erano creature deboli, facilmente distrutte da un mero colpo di pugnale.
Proprio per questo motivo, i vampiri avevano utilizzato tutta la loro conoscenza di psicologia e biologia cerebrale per seminare il terrore nella mente umana durante tutto il loro regno.
I risultati di questa tattica erano chiari: anche dopo che la civiltà dei vampiri si era da dissolta - ed era raro avvistarne uno - potevano stabilirsi nel mezzo dei loro "nemici" umani e, come un signore feudale, dominare completamente la regione.
Secondo quanto raccontato da Doris a D prima che partisse, i villaggi di Ransylva si erano armati di spade e lance diverse volte in passato, cercando di scacciare il signore dalle loro terre.
Tuttavia, non appena mettevano piede all'interno del castello, nubi nere si addensavano nel cielo, la terra si apriva, i fulmini infuriavano, e venivano respinti ancor prima di raggiungere il fossato.
Non volendosi arrendere, un gruppo si era rivolto direttamente alla Capitale ed era riuscito a ottenere che prezioso Corpo Anti-Gravitazionale Aereo del governo bombardasse la zona.
Tuttavia, poiché il governo temeva di esaurire le sue scorte di energia o esplosivi, non fu autorizzato più di un solo attacco aereo.
Gli scudi difensivi attorno al castello impedirono a quell'unico attacco di ottenere molto.
Il giorno seguente, gli abitanti furono trovati massacrati con una brutalità decisamente non umana, e quando videro la vendicativa crudeltà dei vampiri, le fiamme della resistenza furono completamente spente.
La dimora del signore feudale, il castello, bastava a mettere in soggezione e rispristinare l'ansia dei vampiri anche se erano ormai in gran parte una leggenda.
Forse era questo che conferiva un tocco sfinito al viso di D.
No, in quanto Cacciatore di Vampiri, avrebbe dovuto essere ben familiare con le fortificazioni del castello dei vampiri.
D cavalcava senza la minima traccia di trepidazione, verso il ponte levatoio sollevato.
Ma contro il signore e il suo castello dalle mura di ferro, affollato di apparecchiature avanzatissime, quale possibilità di vittoria aveva un giovane solitario munito solo di spada?
Una luce bianco-abbagliante avrebbe potuto bruciargli il petto da un momento all'altro, ma una brezza tepida si limitava ad accarezzare i suoi abbondanti capelli neri, e presto arrivò al bordo di un fossato colmo di acqua blu scuro.
Il fossato doveva essere largo quasi venti piedi.
I suoi occhi scrutarono le mura mentre ponderava la sua prossima mossa, ma quando posò la mano sul suo pendente, il ponte levatoio che sbarrava l'ingresso del castello cominciò sorprendentemente a scendere con un pesante rumore di ingranaggi.
Con un boato, il ponte fu abbassato.
"Ben ritrovato" una voce metallica risuonò da nessuna parte in particolare. Era un discorso sintetizzato al computer, la simulazione di una personalità.
"Proceda pure all'interno. Le istruzioni saranno trasmesse al signore. Ci scusi per il fatto che nessuno sia qui ad accoglierla".
D non disse nulla mentre spronava il suo cavallo.
Una volta attraversato il ponte levatoio, entrò in un grande cortile.
Alle sue spalle si sentì il rumore del ponte levatoio che veniva alzato di nuovo, ma continuò ad avanzare verso il palazzo senza voltarsi indietro.
Le ordinate file di alberi, le sculture in marmo che luccicavano alla luce del sole, le scale e i corridoi che portavano in luoghi misteriosi, davano tutte la sensazione di una meticolosa manutenzione da parte delle macchine.
Anche se nessuno poteva dire quanti millenni fa fossero stati piantati o scolpiti, sembravano freschi e nuovi come se fossero stati collocati lì solo il giorno prima. Ma non c'erano segni di vita in questo luogo.
Qui vivevano solo macchine, i loro occhi meccanici, e le frecce infuocate puntate su D.
Comments