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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 4E

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

C'è stato un altro schianto, questa volta molto più vicino.

D estrasse la spada sulla sua schiena.


Si formarono delle increspature a pochi metri di fronte a lui, e una massa bianca affiorò in superficie.

E subito dopo, un'altra emerse a destra.

Poi una a sinistra.

Erano le teste di tre donne affascinanti e sensuali, di un bianco accecante in quella oscurità.


D sembrava aver perso il coraggio, perché invece di tenere la spada pronta, rimase immobile.

Le donne lo fissarono intensamente.

I loro volti erano differenti, ma tutte erano ugualmente belle, e le labbra rosse delle tre donne si contorsero in un ampio sorriso.


Si sentì un altro schianto, lontano da loro.

Forse queste tre donne stavano nuotando per sfuggire a qualcosa che le inseguiva? Se fosse stato così, il modo in cui tenevano, tutto tranne le teste, sommerse, era piuttosto insolito.


E il loro sorriso trasudava malvagità e lussiria.

Si guardarono tra di loro, poi le tre donne si alzarono all'unisono.

Le loro teste arrivarono all'altezza di D.

E poi sopra di lui, molto più in alto.


Quale umano aveva sognato una cosa simile?

Tre teste bellissime, ma prive di corpi, sorridevano incantevolmente a tre metri d'altezza.


Doveva trattarsi delle tre sorelle, le Meduse di Midwich.

Incredibili creature sovrannaturali che si nutrivano della lussuria di giovani uomini e donne.


Anni prima avevano divorato centinaia di persone, in una parte della Frontiera conosciuta come Midwich.

Si supponeva che fossero state distrutte dalle preghiere di un'eminentemente monaco virtuoso di passaggio nella regione, ma in realtà erano sopravvissute.


Dopo un incontro casuale con il Conte Lee, avevano accettato di stabilirsi sotto il suo castello con la condizione di ricevere tre mucche al giorno.

A differenza dei mostri artificiali creati dalla Nobiltà, loro erano un vero demone dei tempi antichi ed erano tra i peggiori dei nemici che si potessero incontrare.


Le Meduse erano sopravvissute per decine di migliaia di anni, erano persino sopravvissute alla loro stessa leggenda.

Come l'Idra della mitologia antica, le tre teste delle Meduse, che sembravano essere separate, erano in realtà unite in un massiccio torso coperto di squame grigio argento che rimaneva immerso nell'acqua.


I suoni di schianti alle loro spalle provenivano dalla coda, una coda che scodinzolava di gioia all'idea di avere una preda.


Ma D poteva vedere solo le teste delle donne.

Il motivo per cui sapeva cosa fossero veramente era perché aveva sentito delle voci.

Ma la vera domanda era: come facevano a confondersi con l'oscurità?


"È un esemplare pregiato, sorelle".

I sussurri della testa sulla destra suonavano impressionati, e si leccò pure le labbra.

La sua lingua rossa era sottile e con la punta biforcuta.

"Finalmente abbiamo un uomo degno di noi.

E non solo un bel viso, guardate quanto è muscoloso."


"Sorella, non puoi averlo per prima" dichiarò la terza testa, quella di sinistra.

"Appena cinque giorni fa, mentre dormivo, voi due vi siete nutrite dell'arciere.

Questa volta tocca a me. Lo porterò nelle vette del piacere per poi assaporare il suo sangue quando raggiunge quel culmine".


"Che sfacciata! Siamo le maggiori!" gridò la testa sulla destra, che apparentemente era la seconda in comando.


"Smettetela di litigare tra voi" le sgridò la testa centrale, rivolta alla testa a sinistra.

"Sarai la prima a bere il suo sangue. Ma lo faremo felice insieme".


"Sì."

"Sono d'accordo."

Senza dire una parola in più, le tre teste annuirono in accordo.

Le piccole lingue leccavano e accarezzavano ogni centimetro di D con occhi innamorati.


"State in guardia" disse la sorella maggiore "quest'uomo non ci teme".


"Assurdità! Come potrebbe qualcuno conoscere la nostra vera natura e non temerci?

Quando ci lamentammo delle poche vittime e scoprimmo i denti, il Conte stesso è scappato e non ha più fatto ritorno qui!" disse la seconda sorella.


"Anche ammesso che non abbia paura, cosa potrebbe fare? Piccolo uomo, riesci forse a muoverti?"


D rimase in silenzio.

In verità, non poteva muoversi.

Nel momento in cui aveva posato gli occhi sulle teste delle donne, il suo intero corpo si era immobilizzato.


"Capisci, piccolo uomo" proseguì la seconda sorella.

"È il nostro potere di cui stai sperimentando gli effetti. Proprio così, è il nostro potere dei nostri capelli".


"Ecco!".

Il motivo per cui i colli e il torso delle Meduse di Midwich si confondevano con l'oscurità era perché tutto ciò che si trovava sotto le loro mascelle era nascosto dai capelli neri che cadevano in una cascata di decine di migliaia di ciocche, avvolgendole.


Tuttavia, non erano capelli comuni.

Una volta in superficie le ciocche erano come tentacoli fluttuanti, e quando avvertivano un movimento nel covo, seguendo la volontà delle tre sorelle, attiravano da loro la preda.

Quando poi il momento era propizio, avvolgevano le membra della vittima in una frazione di secondo, privandola della libertà di movimento.


E non era tutto.

La verità era che nell'antro delle tre sorelle non c'era acqua.

Le pietre deviavano l'acqua ai lati.

Il loro covo era in realtà riempito di una secrezione proveniente dai capelli stessi.


Il liquido fluiva in modo impercettibile per accompagnare i lievi movimenti dei capelli, e anche D - con un senso del tatto molto più sensibile rispetto a quello umano - non se ne era accorto.


Ignaro di tutto ciò, i capelli si erano insinuati lungo la sua vita e si erano avvolti attorno a polsi, braccia, spalle e collo, bloccando completamente le sue membra.


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