Il cavallo aveva fatto solo pochi passi quando Doris si voltò si colpo.
Aveva sentito uno schiocco, e qualcosa sfrecciò verso il suo collo.
Una testa decapitata dipinse una parabola sanguinosa mentre volava per aria, e proprio prima di toccare il suolo, gli occhi si spalancarono.
Erano gli occhi di un demone, così come i suoi malvagi artigli.
Volò verso la persona responsabile della sua separazione dal corpo.
Un fulmine nero balenò da un cavaliere che si trovava sulla cima di una collina abbastanza lontana.
Spezzata in due dalla fronte al mento, la testa della vecchia cadde a terra e non si mosse più.
Doris si rese conto di aver rischiato grosso.
Alle sue spalle c'era il cadavere decapitato della vecchia, immobile con gli artigli a un soffio dal lacerare la gola della ragazza.
Il legaccio spezzato penzolava dai suoi polsi.
Uno spirito maligno aveva posseduto il cadavere prima ancora che Doris lo raccogliesse.
Successivamente aveva spezzato le corde per attaccare Doris alle spalle, ma la figura sulla collina le aveva reciso la testa con abilità e velocità.
Il cavallo sobbalzò e il cadavere senza testa cadde a terra.
Doris si girò per parlare col suo salvatore.
"Oh, D, stavo..."
L'esaltazione illuminò il suo viso, ma scomparve ben presto.
La figura che scendeva dalla collina aveva sicuramente una bellezza pari a quella di D, ma era chiaramente qualcun altro.
"Sai il fatto tuo".
Mentre si avvicinava sul suo cavallo, Rei Ginsei sorrideva smagliante.
Si riferiva al fatto che Doris aveva avvertito una strana presenza e si era girata un istante prima che il cadavere posseduto attaccasse.
"Non è stato nulla.
Sembra che sia di nuovo in debito con te.
Che tipo di arma hai usato?"
Rei Ginsei assunse un'espressione di giocosa sorpresa, di fronte a una domanda cos poco da signorina.
"Se mi scusi la franchezza, a giudicare dai tuoi abiti e dalla frusta, direi che sei una Cacciatrice".
"Mio padre lo era. Io so solo quanto basta" rispose Doris senza imbarazzo o modestia, poi sorrise.
Non era chiarissimo il perché, ma quel sorriso sembrava stranamente forzato.
Realizzando che, nonostante si fossero scambiati delle cortesie, gli occhi di Doris non erano focalizzati sul suo viso, ma sulle armi attorno alla sua vita, il giovane sorrise in modo cupo.
"Cosa ti porta qui a quest'ora del mattino? Sei in viaggio?"
"Esattamente."
"In tal caso, suppongo che tu possa portare il corpo di questa vecchia signora in città al posto mio.
Normalmente dovrei andare a spiegare allo sceriffo cos'è successo, ma la verità è che ho un po' di fretta".
Doris fermò il suo cavallo e raccontò cos'era accaduto.
Ascoltando in silenzio fino alla fine, Rei Ginsei infine mormorò: "Adesso capisco, ecco cosa le è successo...
Posso occuparmi io dei cadaveri.
Ne disporrò come si conviene".
"Cadaveri?" Doris aggrottò la fronte, ma quando il sorriso spensierato del giovane la colpì, lei contraccambiò.
"Va bene, allora. Grazie."
Mentre stava girando il cavallo, fu afferrata per il braccio e stretta in un abbraccio a tenaglia.
L'aroma dolce che persisteva intorno alla bocca di Rei Ginsei non era quello che ci si aspetterebbe da un uomo qualsiasi.
"Che cavolo..."
"Ti ho salvato la vita, anche se ciò ha comportato uccidere uno dei miei compagni.
Sei anche molto bella, ma c'è anche la questione del tuo salvataggio di ieri.
Difficilmente qualcuno mi biasimerebbe se chiedessi un piccolo compenso".
"Faresti meglio a lasciarmi stare, altrimenti..."
"Hai anche visto qualcosa che non dovevi vedere.
Non possiamo permetterci che tu vada in città a raccontarlo.
Quindi dovrai morire qui.
Diciamo che sto semplicemente vendicando il mio compagno caduto, no?
Non opporre resistenza e vivrai ancora per un po'.
Almeno finché non mi avrai soddisfatto".
La bocca del giovane si chiuse sulle labbra della giovane vergine.
Sussultò e poi Rei Ginsei si ritirò rapidamente.
Appoggiò la mano alla bocca, e si tinse di sangue.
Un morso di Doris aveva squarciato le sue labbra.
"Non scherzare con me! Ho già qualcuno che mi piace.
Non permetterei mai a un pazzo come te di toccarmi!"
Il tono di Doris era imponente.
Si aspettava che Rei Ginsei si arrabbiasse, ma lui si limitò a sorridere.
Solo che questa volta non era il suo sorriso affascinante, che la gente non poteva fare a meno di ricambiare.
Era il ghigno satanico che aveva indossato sulla strada principale.
Doris rabbrividì e scagliò la sua frusta verso il suo volto.
Meno di un metro e mezzo li separava.
Era davvero troppo vicino per poterla evitare.
Eppure, mentre il serpente oscuro si librava, fu tranciato da una scia di fulmini che partiva dalla vita del giovane.
La destrezza di Rei Ginsei nell’estrarre la sua strana arma a forma di V, per tagliare la punta della frusta in un battito di ciglia, era davvero mostruosa.
Eppure, il suo volto non aveva la tensione tipica di una battaglia imminente, ma manteneva lo stesso sorriso di prima.
"Ah!"
Realizzando che non aveva alcuna possibilità di vittoria, Doris diresse il suo cavallo verso le rovine e si allontanò a tutta velocità.
Nella sua fretta di fuggire, aveva dimenticato la potenza dell'arma del suo avversario e il modo in cui aveva decapitato la vecchia donna da una collina a venti metri di distanza.
Rei Ginsei non lanciò subito la sua arma.
Quando il cavallo di Doris si avvicinò al cuore delle rovine, finalmente lasciò volare l'arma con un tiro.
Volando all'inseguimento del piccolo punto che erano Doris e del suo cavallo, tagliò spietatamente la gamba posteriore e anteriore destra del cavallo.
Girò in una graziosa asola e tornò indietro, tranciando entrambe le gambe sul lato sinistro.
La perdita di una gamba sarebbe bastata a impedire alla ragazza la fuga, ma questa era una dimostrazione di forza.
Una nebbia di sangue si levò quando il cavallo cadde.
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