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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 5E

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

"Semplicemente magnifico!".

Mentre sentiva il peso della sua arma ritornare nel suo palmo teso, Rei Ginsei ammirava lo spettacolo davanti a sé.

Dal cavallo rovesciato un corpo agile saltò in aria, fece un saltello mortale e atterrò a terra con un lieve inciampo.

Il viso di Doris era pallido come la morte.


Non aveva dimenticato del tutto l'arma del suo nemico, né la sua abilità con essa.

Per questo aveva fatto correre il cavallo a zigzag.

L'arma di Rei Ginsei sembrava tenere conto dei loro movimenti, poiché aveva tagliato di netto le prime due zampe.


Doris si rese conto di essere incappata in un nemico che, in alcuni sensi, era ancora più spaventoso della Nobiltà.

C'era una lancia e una spada lunga fissate alla sua sella, e aveva la frusta nella mano destra.

Tuttavia, l'arma sembrava stranamente leggera e inefficace nella sua presa.


Rei Ginsei cavalcò con calma dentro le rovine.

"Dopo aver visto quest'ultima dimostrazione di agilità, sono ancora meno incline a ucciderti.

Non vuoi unirti a me, prima di lasciare questo mondo?".


"Chi sarebbe così degradato da farlo?

Preferirei che mi fracassassi la testa su una di queste rocce, piuttosto che sdraiarmi con un serpente presuntuoso come te!" rispose Doris, scivolando rapidamente dietro la scultura più vicina.

Una statua alta sei metri di una figura con un paio di zanne, leggermente inclinata in avanti, sbilanciata dagli anni e dal movimento del terreno.


L'arma intimidatoria e a distanza di Rei Ginsei non avrebbe potuto fare molto attraverso questo scudo di pietra, ma senza modo per reagire Doris rimase dov'era.


"Più è forte la preda, maggiore è il brivido del cacciatore.

Ancor di più quando è una bestia così squisita.

Oh, mi scuso - tu sei anche una Cacciatrice, giusto?"

Concluse la domanda con una risata sprezzante.


Da quando aveva guardato giù dalla collina, e aveva notato Doris con il corpo di Witch caricato sul suo cavallo, aveva deciso di ucciderla.

Se avessero fatto 2+2 e collegato la morte della squadra col cadavere di una vecchia che stava compiendo qualche sorta di stregoneria, sarebbe stata solo una questione di tempo prima che venisse fuori il nome della sua banda.


Witch era come una riserva di cui nessuno sapeva nulla.

Operava indipendentemente e il suo compito era evocare creature più spaventose di quanto la mente umana potesse sopportare.

Le sue creazioni lasciavano i nemici dei banditi devastati psicologicamente.


Rei Ginsei aveva decapitato la demoniaca strega posseduta e salvato Doris, in parte per l'attrazione sessuale che provava per la bella ragazza.

D'altra parte, aveva anche intenzione di liberarsi di quella fastidiosa vecchia strega prima o poi.


Ora aveva la ragazza alla sua mercé, per lo più illesa, e i suoi occhi brillavano di animosità mentre lo fissavano da dietro al monolito.


"Sarebbe facile per me mandarti all'aldilà, ma temo che eliminarti così rapidamente non ti permetterebbe di tessere le mie lodi nell'altro mondo!".

L'arma nella sua mano destra luccicava alla luce del sole.


"Credo che dovrò far tremare di paura il tuo fragile cuore ancora un po'.

Ah, ricordo una delle regole fondamentali dei Cacciatori: come prima cosa scaccia la preda dal suo nascondiglio".


Qualcosa fischiò nell'aria e dal monolito che la proteggeva Doris sentì il fracasso.

Con un grido di stupore, la ragazza si buttò di lato.

La scultura di diverse tonnellate che sembrava inamovibile, improvvisamente sembrò perdere l'equilibrio e iniziò a inclinarsi nella sua direzione.


L'arma che aveva causato ciò era già già tornata nella mano di Rei Ginsei.

Assomigliava al boomerang usato dagli antichi aborigeni australiani.

A differenza del boomerang, però, l'arma di Rei Ginsei era affilata su entrambi i bordi ed era fatta di ferro.


La maggior parte delle persone difficoltà a lanciare efficacemente un semplice boomerang, eppure questo giovane, flessibile come un albero che si piega nella brezza, poteva lanciare le lame di ferro come preferiva con un solo movimento del polso.


La sua abilità conferiva alle lame di semplice metallo il tipo di potere tagliente delle spade magiche, tagliando attraverso un corpo umano, o il tronco di un albero, o persino attraverso la pietra.

Inoltre, non colpivano solo in linea retta.

Potevano arrivare al bersaglio da destra o sinistra, dall'alto, persino dal basso! Sembrava non ci fosse alcun luogo in cui non potessero colpire.


E se era difficile difendersi da un primo attacco, sembrava improbabile che ci fosse qualcuno al mondo in grado di respingere due o tre attacchi successivi, tanto meno diverse lame lanciate contemporaneamente.

Le lame di ferro erano in grado di tagliare qualsiasi scudo con la stessa facilità con cui colpivano le loro prede abituali.

Queste erano le "shrike-blades" di Rei Ginsei.


Il terreno tremò e il muschio verde volò ovunque quando il monolito cadde.

Doris rimase ferma nel suo nascondiglio verde e lussureggiante, nei pressi di un muro di pietra, con ammirazione.


Oscillando come un fiore nella brezza del mattino, Rei Ginsei rise.

"Cosa c'è che non va? Pensavo che la natura della prede fosse quella di fuggire durante la caccia-"


All'improvviso, si interruppe.

L'espressione di Doris si riempì di speranza, perché due cose erano cambiate improvvisamente.


Una densa nebbia bianca era apparsa dal nulla.

Si appicicò alla mano di Rei Ginsei mentre teneva l'arma, e alle guance di Doris, formando piccole gocce tepide.

E in lontananza, si sentì il nitrito di un cavallo.


Doris si lanciò verso il muro di pietra.

Sebbene la nebbia potesse proteggerla da un attacco, non pensava che fosse abbastanza per accecare il suo avversario abbastanza a lungo da permetterle una fuga.


Avrebbe provato ad avvicinarsi il più possibile al cavaliere di cui aveva appena sentito il cavallo.

Avrebbe chiesto in prestito delle armi, anche se le fosse costato qualche arto nel processo.

Naturalmente, sapeva che sconfiggere Rei Ginsei non le avrebbe assicurato di sopravvivere.


Nessun oggetto affilato volò nella sua direzione.

Saltando oltre il muro, trattenne il respiro, e cercò di calcolare la distanza tra lei e il prossimo riparo.


Le voci che echeggiarono nella distanza rese lo sguardo determinato di Doris privo di vita, come quello di un cadavere.


"Capo, voglio prendermi la tua compagna" disse un'altra voce, con rabbia nera.

"Io le strapperò gli occhi".

"La smembrerò".

"Le staccherò la testa".


Poi si sentì la voce di Rei Ginsei: "E io prenderò piacere da ciò che rimane del suo corpo".


Doris non disse nulla, non poteva nemmeno permettersi di respirare.

Gli uomini potevano percepire la presenza di una ragazza paralizzata dalla morte imminente.

La nebbia biancastra riduceva tutto a vaghe silhouette.


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