La notte si avvicinava, e D non era ancora tornato.
Non appena il sole tramontò, Doris si preparò a combattere da sola.
Tutte le armi e le trappole sparse per la fattoria erano state controllate due volte, ma lei era sempre più spaventata.
E ora doveva preoccuparsi anche del dottore.
"Non importa cosa ne sarà di me, devo proteggere il Dottore a ogni costo!
Per favore, non venire finché il dottore non se ne sia andato via".
Mentre pregava, un altro pensiero si impadroniva della sua mente.
"Non importa cosa succeda, non posso permettermi di pensarci!
Se mi trasforma in uno di loro, cosa accadrà a Dan?
Non può passare il resto della sua vita sapendo che l'unico parente che gli è rimasto è un Nobile: è un peso troppo grande da portare!"
"Niente hai scelta, Doris. Combatti contro quel bastardo, anche se dovesse costarti qualche arto!".
Doris aveva ritrovato il coraggio, ma in un attimo sprofondò di nuovo nelle sue paure.
Doveva combattere contro secoli di condizionamento psicologico e l'orrore di essere caduta vittima delle zanne di un nobile.
Cosa più che sufficienti per intimidire una giovane ragazza di diciassette anni, per quanto fosse un abile combattente.
Quando le lancette dell'orologio indicarono le nove e trenta di sera, Doris parlò.
"Bene, Dottore, penso che andrò a dormire".
"Quindi per favore sbrigati e torna a casa".
Questo intendeva Doris, ma il Dottor Ferringo non diede segni di alzarsi.
Invece, disse qualcosa che la lasciò completamente scioccata.
"Presto dovrai affrontare un pericoloso visitatore".
"Esatto, Dottore, quindi è meglio che tu vada-"
"Ma che tesoro sei" disse l'anziano medico, scrutandola con affetto.
"C'è un tempo e un luogo per la moderazione.
Non fare così ora.
Diciassette anni fa, ti ho portata al mondo con le mie stesse mani, e sei sempre stata come una figlia per me, lo sai?
Quindi, vedi, questo vecchio stolto non è il tipo che sta fermo a guardare mentre una giovane signorina combatte contro un demone risputato direttamente dall'inferno".
Doris era in piedi, sotto la porta del soggiorno, e guardava l'anziano mentre i suoi occhi scintillavano dolcemente di lacrime.
"Non disperare" disse l'anziano con gioia.
"Potrebbe essere difficile da crederlo, ma sono proprio io a insegnare a tuo padre i trucchi del mestiere di Cacciatore di licantropi".
"Lo so. È solo che..."
"Se lo sai, perché non smetti di piagnucolare?
Anche se è una piacevole novità vedere una piccola peste come te versare qualche lacrima di tanto in tanto.
Comunque, dov'è quel giovane? Lo hai assunto per protezione, ma quando è cominciata la notte è probabilmente scappato, suppongo.
Era un tipo inquietante, ma si è rivelato un vagabondo senza valore alla fine?"
"No, non è così!"
Fino a quel momento Doris era rimasta in silenzio, toccata dalle sue parole e annuendo in segno di accordo, ma questa repentina inversione di rotta fece sobbalzare l'anziano medico dalla sedia.
"Non è quel tipo di uomo... intendo dire, non è il tipo che farebbe una cosa del genere.
No, dottore... il motivo per cui non è qui stasera è perché è entrato da solo nel castello del Conte.
E non è ancora tornato.
È solo che... sono successi delle cose, ne sono certa..."
Un'ineffabile luce scintillò negli occhi del Dottor Ferringo.
"Quindi tu... Ah, ora capisco... non avevo capito che provassi qualcosa per lui".
Doris si ricompose e si asciugò di fretta le lacrime.
"Cosa intendi? Non è che io... voglio dire, non è che..."
Il medico sorrise alla giovane ragazza mentre il suo volto si colorava di rosso.
Poi fece un delicato gesto delle mani.
"Va bene, va bene. Mi sarò sbagliato.
Se ti ha fatto una così buona impressione, allora non dovremmo preoccuparci.
Sono sicuro che tornerà presto.
Fino a quando non lo farà, che ne dici di raccogliere il coraggio e mettere in gabbia il Conte?"
"Certo" disse Doris con un allegro cenno, poi improvvisamente, con grande apprensione, chiese: "Ma come faremo?"
Non c'era alcun precedente di un umano che catturasse un membro della Nobiltà, un vampiro.
Le battaglie tra le due specie erano normalmente una questione di uccidere o essere uccisi.
Era solo questione di chi ci rimetteva le penne per primo.
Specialmente durante i combattimenti notturni, nell'elemento della Nobiltà, il risultato era dolorosamente ovvio.
"Con questo", l'anziano medico estrasse una piccola bottiglia di vetro dal suo fedele borsone medico.
Era riempita fino al collo con granuli giallastri.
"Che cos'è?" il tono di Doris era un mix di aspettativa e preoccupazione.
Il Dottor Ferringo non rispose, ma estrasse una busta malconcia dalla stessa borsa e srotolò la lettera contenuta al suo interno.
La porse a Doris.
Appena posò gli occhi sui caratteri scritti sulla carta ingiallita con inchiostro a base di linfa, Doris si voltò verso il medico con un'espressione perplessa.
"Questa calligrafia... è di mio padre..."
Il dottore annuì.
"Tuo caro padre mi mandava queste lettere mentre era in giro ad affinare le sue abilità di cacciatore, prima che tu e tuo fratello foste nati.
Questa è stata l'ultima.
Se la leggi, vedrai che racconta un incontro tra tuo padre e un vampiro".
"Mio padre e un vampiro?"
Doris dimenticò tutto il resto e cominciò a leggere la lettera.
Le prime due frasi informavano il lettore del suo arrivo nella locanda.
Poi, i caratteri stessi divennero confusi per l'eccitazione e la paura.
"L'ho trovato. Il punto debole di quel bastardo sono le c..."
Non c'era altro.
Dopo l'ultimo carattere, il resto del foglio era solo una solitaria distesa di carta ruvida e ingiallita.
Doris fissò il medico confusa.
"Perché mio padre non ha finito di scrivere? C'era qualcosa nelle altre sue lettere?"
Il medico scosse la testa.
"Mentre tuo padre stava scrivendo quella lettera nella sua camera d'albergo, è stato attaccato da un vampiro, ma si è difeso.
Non c'è dubbio che tuo padre abbia scoperto qualche loro debolezza.
L'ha detto anche in un'altra lettera.
Il punto è che ha respinto il demonio, ha rimesso in ordine le idee, ma appena ha afferrato la penna per annotare la sua scoperta si è reso conto di aver completamente dimenticato cosa fosse".
"Seriamente? Come è possibile?"
"Affronterò quella domanda dopo.
In ogni caso, meno di cinque minuti, tuo padre si trovava immobile come uno zombie con la penna in mano.
Era come posseduto".
"Ha setacciato i suoi ricordi, ha tormentato la sua mente e ha persino cercato di ripercorrere i suoi passi, ma tutti i suoi sforzi sono stati vani.
Il vampiro è comparso, hanno lottato e poi, quando tutto sembrava perduto, è riuscito a far fuggire il suo nemico in qualche modo.
Poteva ricordare solo questo, ma la scoperta decisiva e il modo con cui l'aveva appresa, erano stati completamente cancellati dalla sua memoria".
"Ma perché? Come è successo?"
Ignorando la stessa domanda di Doris una seconda volta, il medico continuò.
"Avevamo questo, ma tuo padre non riuscì mai a capire cosa dovesse significare.
In un'altra lettera, scrisse cosa ricordava e me la inviò, affidandomi il compito di capire cosa fosse.
Purtroppo, non sono riuscito a soddisfare le sue aspettative..."
"Se è così" disse Doris infervorita, dimenticando completamente il pericolo che si avvicinava "tutto quello che dobbiamo fare è risolvere il mistero e scoprire quale sia il punto debole della Nobiltà, giusto?"
La sua voce tremava d'aspettativa, ma si spense rapidamente.
Capì dal volto del vecchio che la situazione non era solo grave, ma vicina alla disperazione.
In passato, si erano fatti tentativi per scoprire un modo definitivo per proteggersi dai vampiri, ma tutti si erano rivelati infruttuosi.
Sebbene gli umani avessero avuto abbondanti opportunità di apprendere quel segreto, nei numerosi conflitti che infuriarono da quando i vampiri persero il diritto di governare il mondo, nessun metodo del genere era mai stato tramandato.
Ormai era una missione archiviata da secoli.
"La Nobiltà ci batterà alla fine, vero? Voglio dire, se non hanno alcun punto debole..."
Quando il Dottor Ferringo sentì Doris parlare come un cane bastonato, scosse la testa e dichiarò con fermezza: "No. Se fosse così, non avremmo questa pista.
Non avrebbe mai mentito per salvarsi la vita.
Ho sentito parlare di cavalieri e viaggiatori che hanno avuto esperienze simili alla sua, e ne ho interrogati alcuni di persona".
"E hai scoperto qualcosa?"
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