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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 4H

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

"No, a tutti è successo come con tuo padre.

Sono sfuggiti alle odiose zanne del mostro in qualche modo... o meglio, lo hanno costretto a fuggire.

Eppure, non uno di loro poteva ricordare esattamente come avesse fatto".


Doris rimase senza parole.


"Ho iniziato anche ad analizzare i punti deboli della Nobiltà narrati dalla leggende e mini. Ho esaminato una quantità enorme di fonti, e posso dire con certezza che un punto debole esiste.

Però le persone non riescono a ricordarselo.

A mio parere, è una specie di manipolazione dei ricordi".


"Manipolazione dei ricordi?"

Doris aggrottò la fronte.


"Potremmo definirla come una selezione e modifica automatica dei nostri ricordi.

In altre parole, le nostre menti sono programmate per cancellare automaticamente tutti i ricordi di un certo tipo".


"Vuoi dire, i ricordi dei loro punti deboli? Di come possiamo fare a farli fuggire?".

Inconsapevolmente, Doris stava cercando di capire cosa passasse per la testa del vecchio.

Qual era il contenuto della polvere nella bottiglietta?


Notando come la giovane stesse combattendo tra speranza e incertezza, il medico proseguì imperturbabile.


"Ricorda, stiamo parlando di quel branco di bastardi che ha dominato il mondo per diecimila anni.

Sono sicuro che sarebbe un gioco da ragazzi per loro alterare il nostro DNA e riprogrammare le nostre menti per eliminare selettivamente ricordi specifici.

È una teoria che circola da parecchio tempo e, basandomi sulla mia ricerca, ho formulato quella tesi.

Normalmente non sono il tipo che accetta le teorie se non sa esattamente cosa ci sia dietro, ma quando l'unica opzione è che sia giusto, allora è giusto.

E quindi, il resto è stato semplice".


"Il resto cosa sarebbe?"

"Tutto quello che dobbiamo fare è riprenderci quei ricordi".

Doris inspirò con forza.

"Puoi davvero farlo?"

Il medico sembrava molto soddisfatto mentre faceva rotolare tra le mani la bottiglietta in questione.


"Qui abbiamo il frutto delle mie ricerche.

Ho ipnotizzato una dozzina delle persone che ho intervistato, cercando di farle regredire con l'aiuto di droghe procurate dalla Capitale.

Ciò che ho qui è ciò di cui due di loro hanno parlato.

Sai, anche con tutta la loro scienza, le creature della notte non hanno potuto cancellare completamente i nostri ricordi".


Doris notò che il medico sembrava esitare all'ultima frase, ma non riusciva a capire il motivo.

Invece di insistere, affrontò un altro discorso.

"Ma se ciò che dici è vero, Doc, non perderemo presto tutti i ricordi di quella polvere?"


"No, finora sto bene.

Si tratta solo di un'ipotesi, ma la perdita di memoria avviene inconsciamente abbiamo la prova concreta che abbiamo scoperto un punto debole della dannata Nobiltà.

Nel profondo del nostro cuore, né tu né io crediamo completamente nell'efficacia di questa polvere.

Di conseguenza, anche la programmazione non è certa che debba cancellarci il ricordo".


"Allora perché non lo scriviamo da qualche parte?"

"Non servirebbe a niente.

Anche leggendolo, persino chi lo ha scritto, lo considererebbe il delirio di un pazzo".

Doris, un po' delusa, cambiò discorso.

"Quella polvere è ciò di cui parlava la lettera di mio padre?"

Anche in questo caso, il medico scosse la testa.


"Temo di no.

Ho riflettuto molto sulla questione, ma semplicemente non riesco a collegare la polvere con quell'iniziale.

Alcuni potrebbero pensare che tuo padre, sopraffatto dall'eccitazione di questa grande scoperta, abbia scritto male, ma non credo sia così.

Il motivo per cui lo penso è perché la maggior parte degli intervistati non ha menzionato questa polvere.

Penso sia sicuro assumere che la lettera 'c' si riferisca a qualcosa di differente".


"Ma se alcuni di loro potevano ricordarsi della polvere, perché non si ricordavano dell'altra cosa?"

Il Dottor Ferringo esitò.

E poi iniziò a parlare con il tono più grave che Doris avesse mai sentito.


"Ho trovato sempre un che di ironico nelle relazioni tra umani e Nobiltà.

Nella visione che la Nobiltà ha degli umani, in particolare.

Vista la tua attuale situazione, non posso aspettarmi che tu apprezzi quanto sto per dire, ma credo che, a modo loro, la Nobiltà provi affetto verso di noi".

"Ma che cavolo! I Nobili pensano di essere nostri amici? È ridicolo!"


Risentita, la mano di Doris strappò il foulard intorno al collo.

Era la prima volta in vita sua che lanciava un'occhiataccia al vecchio medico.

"Non mi importa chi tu sia, Doc, questo! Questo non è.…! Non ho parole..."


"Non fare quella faccia."

Il medico agitò le mani nel tentativo di placarla.


"Non ho detto che tutta la Nobiltà la pensi così.

Analizzando la nostra storia è palese che, nella maggioranza dei casi, ci considerano inferiori pure alle macchine.

Emozionalmente parlando - se per un momento assumiamo che abbiano effettivamente emozioni - il novantanove percento di loro non è diverso da quello che ti ha attaccata.

Ma è molto difficile escludere la possibilità che l'uno percento esista.

Un giorno ti racconterò tutto ciò che ho scoperto..."


"Avrò un altro giorno?" Si chiese Doris.

Al di là della finestra, qualcosa di malvagio stava arrivando, squarciando l'aria dolce di una sera primaverile.


Il Dottor Ferringo non stava più guardando Doris.

I suoi occhi erano inchiodati al pavimento, mentre continuava a esporre i suoi sospetti.


"Per esempio, perché fare distinzioni tra le loro debolezze e le armi che sfruttano tali debolezze?

Perché alcuni ricordi di questa polvere sono rimasti, quando avrebbero potuto essere cancellati completamente?

Così come qualsiasi altra cosa, rappresentata dalla lettera 'c'?"


"La mia supposizione è che rispetto alla 'c', la polvere sia solo un ostacolo, ma non nuoccia veramente.

Potrebbe anche essere che quei bastardi ci stiano solo prendendo in giro.

I nostri padroni ci stanno dicendo: 'lasciamo che sappiano di questa debolezza minore, che vuoi che sia?'.

Come se ci lanciassero un osso.

Se fosse così, perché non renderlo di dominio pubblico fin dall'inizio?"


A questo punto, le parole del Dottor Ferringo si persero.


Dopo una breve pausa, aggiunse: "Questa è la conclusione a cui sono giunto dopo uno studio che ha occupato metà dei sessant'anni di questo vecchio sciocco.

La considero una sfida che mi è stata lanciata da parte di una razza che ha raggiunto l'apice, e ora scivola verso l'estinzione.

È una sfida rivolta a noi esseri umani, una razza che non può misurarsi contro di loro.

Ma che alla fine, potrebbe raggiungere il loro livello, o forse addirittura superarli".


"Io credo che stiano dicendo: 'Se voi umani volete ereditare il nostro trono, allora cercate di batterci con la vostra forza.

Se avete la polvere, cercate di risolvere il mistero della 'c'.

E quando l'avete risolto, vedete se riuscite a evitare che cada di nuovo nell'oblio' ".


"È impossibile..." a Doris le parole del dottore sembravano distanti milioni di miglia.

"Questo li renderebbe simili a un istruttore che addestra un'apprendista cacciatore..."


Non era chiaro se il medico avesse davvero compreso le parole di Doris.

Il suo sguardo non cambiò mentre diceva: "non è qualcosa di cui la Piccola Nobiltà sarebbe capace. Almeno che..."

"Cosa?"

"Tutta la vera Nobiltà del mondo era divisa in caste con al loro capo i Sette Re e il leggendario signore oscuro che li governava tutti: il grande vampiro, il re dei re, Dra..."


In quel momento, un'ondata di tensione si abbatté sul volto di Doris.

"Dottore!" gridò, ma sembrava più una richiesta di aiuto che un avvertimento.

Ritornato in sé, il medico si voltò per seguire Doris mentre si dirigeva verso la finestra del salotto.


La luce della luna era fissa sulle fresche pianure.

Entrambi udirono i suoni di ruote di carro e zoccoli che martellavano il terreno lontano.

"Sembra che stia arrivando il momento" disse Doris.


"Abbiamo preparato un'accoglienza degna di lui".

Sebbene avesse riacquistato l'atteggiamento deciso di un'amazzone, nel profondo del suo cuore la ragazza stava urlando di disperazione.


"Non sei tornato in tempo, D".


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