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Vampire Hunter D Volume 1 Capitolo 8D

Immagine del redattore: Makine-kunMakine-kun

Aggiornamento: 27 dic 2023

Larmica si voltò stupita.

"Non sono autorizzati a entrare.

Non abbassare il ponte levatoio e apriti al fuoco immediatamente".

"In realtà..." il computer esitò.

"Il ponte levatoio è sceso non appena si sono avvicinati.

Non siamo in grado di sparare le armi.

Supponiamo che l'animale, o uno degli umani, possieda un dispositivo che interferisce coi nostri comandi.

Attualmente, tutte le armature elettroniche del castello sono inutilizzabili".


"Maledetto..." il Conte gemette di odio.

"Quindi il ragazzo è ancora vivo, eh? Ma come diavolo ha fatto?

Nemmeno io so di un modo per tornare indietro dopo un paletto di legno infilzato nel cuore".


"Per uno come lui..." mormorò Larmica.

"Uno come lui? Larmica, hai qualche idea sulla sua identità?"

Larmica non disse nulla.


"Molto bene, la domanda può attendere. Prima ucciderlo.

Quando qualcosa interferisce in questo modo con una cerimonia, è consuetudine posticipare le festività fino a quando il fastidio non sia stato tolto".

"Comprendo, Padre. Ma come intendete affrontarlo esattamente?".

"So di qualcuno che sarebbe felice di rimediare a un errore".



Mentre un pallido blu colorava finalmente il cielo ad est, nel cortile del castello D e Dan si trovarono di fronte a Rei Ginsei.

"Non mi è stato dato altro Incenso" disse Rei Ginsei con un bel sorriso diabolico.

Sulla strada dalla fattoria di Doris al castello, Rei Ginsei aveva incontrato la carrozza del Conte mentre correva a tutta velocità da città, e l'aveva accompagnata per il resto del tragitto.

"Posso capire perché il Conte fosse così arrabbiato.

Tuttavia, se ti invio ancora una volta nell'aldilà, sono abbastanza certo che la sua rabbia si placherà.

Per cortesia, scendi dal cavallo".


Erano distanziati pochi metri, esattamente come alla fattoria dei Lang.

Dan si mise al riparo insieme al cavallo dietro una scultura di pietra e aspettò che la battaglia finisse.

Era fondamentalmente una sfida assurda.

Senza incenso Rei Ginsei non aveva modo di vincere.

D'altra parte, qualsiasi ferita critica inflitta da D a Rei Ginsei si sarebbe abbattuta sul Cacciatore attraverso il passaggio extradimensionale nel corpo di Rei Ginsei.

Eppure, apparentemente, entrambi pensavano di avere una buona possibilità di prevalere ed si lanciarono all'azione nello stesso momento.


"Ugh..."

D si piegò in avanti, quindi cadde in ginocchio.

Una fiamma danzava sulla cima della cancella dell'Incenso Ingannatore del Tempo nella mano destra di Rei Ginsei.

Aveva ingannato D.

Nel batter d'occhio, una shrike-blade fischiò nell'aria.

Ma il motivo per cui aveva sconfitto D alla fattoria era perché aveva i componenti di amplificazione muscolare della tuta da combattimento ad aiutarlo.

Il volto di D si contorse di agonia, ma riuscì a respingere la lama e saltò.


Era come una rievocazione del loro duello alle rovine.

La differenza era che Rei Ginsei non schivò, ma lasciò la sua testa completamente scoperta per il bagliore argenteo.

Immaginava che D avrebbe mirato alle sue braccia.

Tuttavia, nell'istante in cui si rese conto che la lama che gli veniva incontro era senza dubbio puntata alla sua testa, lasciò aperto il varco extradimensionale all'interno del suo corpo e non provò a scappare.


La fronte di D si aprì, ma era solo un graffio.

Un istante dopo, dal ventre di Rei Ginsei sgorgò luminoso sangue rosso.

L'espressione del giovane impavido era di stupore mentre guardava la lama sporgente dal suo ventre... la stessa lama che avrebbe dovuto dividere in due la testa di D.

Il Cacciatore di Vampiri aveva sollevato la sua spada sopra la testa, tagliando solo lo strato più esterno della pelle della fronte di Rei Ginsei, poi aveva cambiato presa in volo e l'aveva infilzato la spada nel proprio stomaco.


Essendo già collegato dal passaggio extradimensionale, quando la lama entrò nel corpo di D, si materializzò invece nel ventre di Rei Ginsei.

Se si escludeva la sua abilità di piegare lo spazio, Rei Ginsei era un umano normale che non avrebbe potuto sopravvivere a una ferita simile.

Questo era il tipo di metodo assurdo di uccidere che solo un dhampir come D sarebbe stato capace di realizzare.

"Dan, fammi il favore di spengere quella candela".


Mentre ascoltava il ragazzo mettersi in azione, Rei Ginsei collassò a terra.

La candela lasciò la sua mano, e il sangue macchiò la terra.

"Ehi, non morire ancora.

Fai almeno una buona azione prima che la tua miserabile vita finisca" disse Dan, spegnendo la candela con un calcio.

Un brivido lo attraversò mentre guardava la lama che spuntava dall'addome di Rei Ginsei scorrere dolcemente dentro il suo corpo.

D stava tirando fuori la sua spada dal suo stomaco.


"E quale sarebbe questa... buona azione?" chiese Rei Ginsei.

"Dì dove si trova mia sorella".

"Non lo so... Divertitevi a cercarla... A questo punto, il Conte l'avrà già resa sua sposa..."

Un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca, e gli ultimi spasmi della morte imminente contorsero il suo splendido volto.

"Se solo fossi stato fatto uno dei Nobili..." e infine la testa di Rei Ginsei si inclinò da un lato.


"L'ha pagata cara, dannato stupido" disse Dan con tristezza.

"Se avesse agito come una brava persona, invece di fare solo finta, avrebbe potuto vivere a lungo e felicemente...".

"Hai ragione" disse D, respirando pesantemente.

Gli effetti dell'Incenso erano scomparsi una volta spento.

La ragione per cui sembrava soffrire così tanto era per la ferita allo stomaco.


"Dove pensi abbiano portato mia sorella?

Questo posto è enorme, non so nemmeno da dove cominciare a cercare".

Dan era sul punto di piangere, ma D gli diede una pacca sulla spalla.

"Stai dimenticando che sono un Cacciatore di Vampiri.

Seguimi".


I due scesero direttamente alla camera sotterranea.

Dan guardava con stupore mentre le porte si aprivano non appena D si avvicinava.

Nulla poteva fermarli.

Di tanto in tanto, incrociavano persone senza espressione che sembravano essere servitori, ma nessuno di loro cercò nemmeno di guardarli prima di scomparire nell'oscurità.

"Dei robot, immagino" disse Dan.

"Guide di una falsa vita; questo castello ora scintilla nella luce della distruzione.

Come gli stessi Nobili hanno fatto per molto, molto tempo".


Scendendo una stretta scalinata per due piani, arrivarono a una massiccia porta di legno.

Borchiata con chiodi dalla cima al fondo, testimoniava l'importanza della cupa cerimonia che si stava svolgendo al di là di essa.

"Eccoci qui, giusto?" Dan era teso.

D si tolse il pendente blu e lo mise intorno al collo del ragazzo.

"Questo respingerà i robot. Rimani qui".


La porta non aveva né serratura, né catenaccio.

Sembrava pesare tonnellate, ma quando il dito di D la sfiorò, le cerniere scricchiolarono e le porte si aprirono.

Ampie scale di pietra consumate scendevano nel buio.

Da qualche parte sul fondo c'era una luce appena percettibile.

Scendendo le scale, D giunse alla camera sotterranea.

Lontano, alla sua destra, danzavano delle fiamme.


Cassoni impolverati, alcuni con mani e piedi scheletrici che sporgevano attraverso fessure nelle assi, altri con cunei di legno conficcati nei loro coperchi.

Questo era ciò che D trovò nel buio.

Camminando lungo l'ultima dimora di file su file di morti, D giunse infine al palco di color sangue, dove si trovò faccia a faccia con il Conte.


"Sono impressionato dal modo in cui sei riuscito a tornare in vita; e giungere qui".

Il tono del Conte andava oltre l'ammirazione.

D volse gli occhi verso Doris, immobile sul palco.

Un sorriso freddo sfiorò per un istante le sue guance.

"Sembra che sia arrivato appena in tempo".

Ad un certo punto, Larmica si era dileguata.


"Avrai abbondante tempo per pensarci quando sarai morto" rispose il Conte. "Tuttavia, come ha detto Larmica stessa, è davvero un peccato ucciderti.

Sei tornato in vita dopo aver preso uno paletto nel petto - un segreto che io stesso vorrei molto conoscere.

Che ne dici? Non riconsidereresti la nostra proposta?

Non hai alcun desiderio di prendere Larmica come tua sposa e vivere qui nel castello? Lei ha perso l'anima per te".


"I Nobili sono estinti da tempo" disse D.

Per qualche motivo, la sua voce sembrava avere un tono doloroso.

"I Nobili e questo castello sono nient'altro che fantasmi dimenticati dal tempo.

Ritorna al luogo a cui appartieni".


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